Cinema ed architettura

Due arti, due tendenze che si trovano in relazione, che hanno delle assomiglianze e man mano passa il tempo i limiti tra loro non sono così chiari. Il cinema ci guida in un tour architettonico, un percorso che diventa in una esplorazione, un percorso con cui possiamo prendere mutevoli percezioni di un oggetto, che dipenderà del modo in cui appare allo sguardo. Chi vaga all'interno di un edificio, assorbe e connetta spazi visivi con un ordine sequenziale, inquadrature riprese da diversi punti di vista. L'analogia dell'architettura con il cinema è chiara, è una passeggiata cinematografica. Non c'e uno sguardo fisso, un contemplare statico, è un corpo in movimento che viaggia nello spazio. Un esempio sarebbe l'Acropoli di Atene, chiamato come "il film più antico", un sito da osservare ed apprezzare in movimento, che nella sua progettazione prevedeva un spettatore mobile. Mentre camminiamo tra i suoi edifici sono le nostre gambe a costruire il significato.

La concezione tradizionale dell'edificio come struttura immobile si confronta all'esperienza dell'architettura che è transito dove c'e luogo un montaggio di immagini, di diverse viste. La lettura di una costruzione si fa attraversandola, quello che Le Corbusier identifico come "Promenade architetturale", dove sono protagonisti le vedute ed i diversi giochi di luce, che a sua volta sono mutevoli, cambiano con l'ora, il tempo, che solo si capisce muovendosi con i piedi. Il cinema ed architettura ci mostrano una visione come se fosse un site-seeing, dove lo spettatore invita l'osservatore a vagare senza meta nello spazio, una esplorazione che nel cinema ci mostra proiezioni aeree, rende possibile le impossibili, dove c'e un cambiamento d'altezza, misura, angolazioni, scale della visione e velocità.

Lo spazio di viaggio è la città, la cui offre vedute meravigliose che il residente come il turista vogliono raggiungere e che molte volte sono il punto di vista più alto di questa (grattacielo, torre, colle,...) e aiutano a capire il paesaggio cittadino. Il collegamento dei vari siti trasformano le traiettorie spaziali in storie e le storie in itinerari. Per conoscere un luogo bisogna camminare, passo a passo, è una questione di tatto, di fisicità.

La missione dell'architetto è ideare sequenze di episodi che costruiscono una suspense ed una catena di eventi ed alla fine fare un montaggio di queste, trasformano il progetto in un prodotto, usato è goduto del pubblico. L'architetto come il regista sono produttori di spazi visivi, spazi che possono essere di circolazione, attraversamento, transizione e spostamento. La dicotomia di queste due arti, immobilità/mobilità, dentro/fuori, privato/pubblico, stanzialità/viaggio, man mano avanziamo deve essere distrutta. 

Cinema ed architettura
Rem Koolhaas "Delirious New York"