Materiali da costruzione. Il Calcestruzzo



Il calcestruzzo o conglomerato cementizio si ottiene mescolando
      - Legante = cemento
      - Aggregati = elementi lapidei che possono essere ghiaia o pietrisco (grossi) o sabbia (fini).
      - Acqua
e lasciando che l’impasto si rapprenda (presa) ed indurisca (indurimento). Durante questi fenomeni l’impasto rilascia una notevole quantità di energia sotto forma di calore (calore di idratazione) e solo durante il processo di indurimento il calcestruzzo subisce un lieve ritiro dovuto all’evaporazione dell’acqua di impasto. Gli elementi  dell’aggregato devono essere di pezzatura varia in modo che quelli di pezzatura minore vadano a riempire gli spazi vuoti tra quelli di pezzatura maggiore.


Il Calcestruzzo

Cemento. La produzione viene iniziata alla fine del XVIII secolo con un prodotto cementizio detto Cemento Romano e con il tempo furono sviluppandosi e vengono classificati a seconda della finezza di macinazione e in base alla durata della presa e ai risultati che danno alle prove di schiacciamento e di tensione dopo 7 e i 28 giorni. Nel 1824 Joseph Aspin brevettò un legante ottenuto con la cottura di una mescolanza di calcare e sostanze argillose che impastata con acqua dava una massa lapidea simile alla pietra naturale da costruzione presente nella penisola Portland (Inghilterra), e quindi fu chiamata cemento Portland.

Produzione del cemento Portland.
Le materie prime vengono frantumate, macinate, miscelate e cotte in forni verticali o rotativi dando luogo al clinker. Dopo viene aggiunto una piccola quantità di gesso (regulatore di presa) e si ottiene il cemento Portland. Il prodotto viene poi confezionato in pacchi o immagazzinato in silos.

Tipi di cemento
      -Portland
      -Pozzolanico: si aggiunge pozzolana al cemento Portland.
      -Altoforno: deriva da quello Portland con l’aggiunta di loppa basica d’altoforno.

Aggregati. Le caratteristiche degli aggregati incidono sulle proprietà meccaniche del calcestruzzo indurito. Costituiscono lo scheletro portante mentre la pasta di cemento ne costituisce il collante. Possono trovare aggregati naturali (provengono da fiumi, depositi fluviali,.. sono lisci ed arrotondati) ed artificiali (provengono della frantumazione di rocce compatte o anche di materiali di fiume. Sono caratterizzati da una superficie rugosa a spigoli vivi). A sua volta possono essere fini o grossi a seconda della sua grandezza. La purezza degli aggregati è un requisito importante perché la impurità che ricoprono la superficie costituisce un inconveniente grave, impedendo il contatto diretto tra il legante e l’aggregato e riduce l’aderenza tra essi. Per gli aggregati di frantoio occorre effettuare un lavaggio al fine di asportare le polveri di frantumazione. La forma è un’altra importante caratteristica da tener presente in quanto esercita una notevole influenza sulla compattezza, sulla resistenza e sulla lavorabilità del conglomerato. Possiamo trovare tre tipi a seconda la forma: poliedrica, appiattita o aghiforme e il coefficiente di volume di un aggregato si calcola con il volume dell’elemento tra il volume della sfera di diametro di pari alla massima dimensione dell’elemento. Gli elementi con un valore molto basso del coefficiente di volume si oppongono ad un buon assestamento del conglomerato nella cassaforma e possono dar luogo a fortissime azioni cuneo e, quindi, a concentrazione di sforzi che facilitano la creazioni di piani di distacco e fessurazioni nel conglomerato indurito. Per la determinazione della granulometria degli aggregati si ricorre alla separazione mediante vagli a maglia quadrata (stacci) o vagli a fori tondi (crivelli). Crivello viene definito come il recipiente il cui fondo e costituito da fori tondi dello stesso diametro  e lo staccio come il recipiente a forma quadrata, il cui fondo è costituito da una doppia orditura ortogonale di fili tale di costituire maglie quadrate uguali. L’assortimento dimensionale dei granuli, a parità di altre condizioni, influenza la compatezza, la lavorabilità e il comportamento in opera del calcestruzzo indurito.

Il Calcestruzzo

Si può eseguire l’effetto di parete, cioè la diminuzione della compattezza che si riscontra in un miscuglio in prossimità delle pareti del recipiente in cui esso è contenuto e sarà tanto più grande quanto maggiore è il diametro medio dei granuli, aumenterà con l’aumentare della superficie del recipiente e diminuirà al crescere del volume del recipiente stesso. Per diminuire l’effetto di parete occorre che il diametro medio degli aggregati ad elementi maggiori sia sufficientemente piccolo rispetto al raggio medio delle casseforme. La scelta della dimensione massima dell’aggregato è funzione delle dimensioni dell’elemento strutturale, delle eventuali armature e dell’effetto parete. Quanto più piccolo è il diametro scelto tanto maggiore sarà l'incidenza dell’aggregato fine con conseguente aumento della superficie specifica degli aggregati e la necessità di maggiore quantità di pasta di cemento per ricoprirla.

L’aqua di impasto. L’acqua di impasto del calcestruzzo deve essere esente da materiali organici, cloruri e solfati. In generale le acqua potabili sono adatte e fanno eccezione le acque sulfuree che sono ricche di Sali. Le impurità possono influenzar la resistenza del calcestruzzo, la costanza del volume e sopratutto produrre efflorescenze oppure corrosione delle armature. L’acqua a seconda delle funzioni che svolga possiamo trovare l’acqua di presa, l’acqua di bagnatura oppure l’acqua di lavorabilità. Secondo la prima legge del Féret: “la quantità di acqua necessaria per l’impasto è tanto più grande più i grani dell’inerte sono fini ed è proporzionale alla quantità di inerte”.

Il Calcestruzzo

Caratteristiche del conglomerato fresco
   -Fluidità o l’attitudine di un conglomerato a muoversi con maggiore o minore nelle casseforme o in tubazioni.
   -Plasticità o la capacità del conglomerato di subire deformazioni e spostamenti senza perdere la coesione.
   -Lavorabilità o l’attitudine del conglomerato ad essere trasportato nel cantiere.
   -Omogeneità (composizione costante in tutti i punti).

Prove sul calcestruzzo fresco
Le prove sul conglomerato fresco consentono di valutare la consistenza e la capacità del conglomerato. Secondo i risultati di queste prove il calcestruzzo può essere umida, plastica e fluida.

Prova del cono di Abrams (quantità che diminuisce dell’altezza del cono)

 Il Calcestruzzo

Prova delle tavole a scosse (spandimento del conglomerato attraverso una serie di 15 movimenti di alzata e caduta della tavola.

Il Calcestruzzo

Sistemazione

Il CalcestruzzoIl Calcestruzzo

Maturazione del calcestruzzo. Poiché indurisce attraverso un processo di idratazione, il calcestruzzo deve essere mantenuto umido fino a quando non raggiunge la resistenza richiesta. L’eventuale evaporazione dell’acqua comporta una diminuzione della resistenza meccanica del conglomerato indurito ed influisce negativamente sulle zone superficiali del conglomerato. Le casseforme impediscono la disidratazione prematura del calcestruzzo a meno della superficie superiore del getto che deve essere protetta con ripetuti spruzzi di acqua. In condizioni climatiche rigide si rende necessario coprire ed isolare il calcestruzzo ed alcuni casi è necessario riscaldare i materiali prima di miscelarli. Nei climi caldi può accadere che inizi la presa prima che sia completato il getto. Per impedirlo si possono usare ingredienti raffreddati o far gorgogliare azoto liquido attraverso l’impasto al momento della miscelazione.

Casseforme. Un punto molto importante sarebbe il costo delle casseforme che incide in maniera significativa. Le casseforme possono essere eseguite in legno, metallo o materiale plastico  e viene costruita come un negativo della forma che si intende dare al conglomerato. Devono essere all’interno con gli spigoli rientranti perfetti, ben levigato, rivestito con un composto disarmante che impedisca l’adesione tra il calcestruzzo e il materiale delle casseforme. 

Il CalcestruzzoIl CalcestruzzoIl CalcestruzzoIl Calcestruzzo

Il CalcestruzzoIl Calcestruzzo

Il CalcestruzzoIl Calcestruzzo